Dante aveva (forse) capito tutto. Aveva immaginato la nascita dello spazio e del tempo in una singolarità assoluta.
Come si può immaginare l’impensabile e parlarne? Incamminatosi verso la porta dell’inferno, Dante si prepara ad affrontare l’esplorazione dell’aldilà, ma anche a una “guerra della lingua”. Lo sforzo retorico e linguistico di dire ciò che nessuno ha visto raggiunge il suo apice di fronte alla visione ultima, a Dio, il punto da cui trae origine tutto l’universo; il centro che è al contempo involucro, e al di fuori del quale non c’è nulla, dove il tempo e spazio collassano nell’accecante indistinto della Mente divina. La narrazione riguardante il viaggio di Dante sarà interrotta dal racconto del viaggio di un attore... Due voci, due esperienze che diverrano una.