Cosa vuol dire essere umano?
Ispirato all’Uomo Bicentenario e altri lavori di Isaac Asimov.
Nell’Uomo Bicentenario, il grande visionario Isaac Asimov descrive un robot umanoide che desidera diventare umano. Ma i suoi desideri non possono realizzarsi a causa della sua stessa natura, prima di tutto per via della sua mancanza di mortalità. Nonostante questo il robot mostra le caratteristiche di un buon essere umano: prova compassione, è creativo, ha desideri e può provare dolore... forse “esso” può diventare un “lui”?
Lo spettacolo indaga la possibile connessione fra il nostro cervello e quello delle macchine e prova che la relazione fra due “individui”, uno umano e l’altro macchina, non è affatto semplice e può portare a dei paradossi insormontabili. Questa produzione esplora in maniera attenta e precisa il nostro organo più meraviglioso, il cervello, e allo stesso tempo vuole capire dove sta andando il campo dell’Intelligenza Artificiale, come si stanno evolvendo i nostri “cervelli” artificiali? Lo spettacolo fa anche riferimento all’altro “cervello collettivo” che ci comprende, l’Universo, visto come un sistema complesso per molti versi simile al cervello umano (a partire dal fatto molto curioso che ci sono circa 100 miliardi di neuroni nel cervello umano e circa 100 miliardi di galassie nell’Universo che riusciamo ad osservare!).